Pierantonio FRARE, Poetiche del Barocco, in I
capricci di Proteo. Percorsi e linguaggi del Barocco. Atti del Convegno di Lecce, 23-26 ottobre
2000, Salerno editrice, Roma, 2002, pp. 41-70.
Il saggio esamina le poetiche (nel senso aristotelico del termine) del
Seicento, distinguendo tra poetiche vere e proprie e manifesti, e raggruppandole in due grandi
classi: le poetiche barocche vere e proprie (dagli scritti anticipatori di Guarini alle lettere,
alle prefazioni, alle polemiche di Marino) e le poetiche "classicistiche",
esemplificate soprattutto dalla Poetica sacra di Giovanni Ciampoli e dal caso tutto
particolare delle poetiche (italiana e latina) di Tommaso Campanella. Materia del contendere
è il dibattito tra poesia e verità, che va dal massimo di reciproca autonomia
proposto dalla poetica "sofistica" di Marino alla rigida subordinazione della prima
alla seconda, come vogliono Ciampoli e i barberiniani. A metà secolo, spetterà ad
una retorica generale, cioè al Cannocchiale aristotelico di Tesauro la
ricomposizione della frattura tra logos e linguaggio, tra pensiero e parola: sia nella
formulazione teorica sia nella prassi di una scrittura "insegnativa " che è
però arguta e ingegnosa.
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