Testo
e macrotesto nel "Nastro di Moebius" di Luciano Erba,
"Autografo", II, 4 (feb. 1985), pp. 38-49.
L’autore
prende in esame La seconda casa, lirica conclusiva
del Nastro di Moebius (Mondadori, Milano 1980): in
essa il motivo dell’evasione in un altrove temporale e locale,
così frequente nella poesia di Erba, si concretizza non nella
"baracca di legno", come parrebbe indicare la superficie del
testo, ma nella "casa / di maniglie d’ottone e porte bianche",
che, sotto le apparenze di una dimessa descrizione realistica,
cela una dimora realmente "alternativa", in quanto svincolata
dalle dimensioni spazio-temporali terrestri.
Nella parte conclusiva, il saggio tenta di rendere ragione
della collocazione della Seconda casa alla fine del
libro, spiegandola con la struttura di vero e proprio "canzoniere"
in cui Il nastro di Moebius si configura.