PIERANTONIO
FRARE, La sincerità degli affetti: sulle Rime Varie
di Carlo Maria Maggi, "Testo", XIX 36 (lug.-dic. 1998),
pp. 35-74
SOMMARIO
- Nelle Rime Varie (Firenze 1688) Carlo Maria Maggi
intende dar vita ad una poesia che, in quanto fedele trascrizione
di una Verità anteriore, proclama di non curarsi dei lenocini
stilistici. In realtà, egli fa ricorso ad una strumentazione
retorica non meno curata, ma certamente diversa da quella
del concettismo a lui precedente e contemporaneo: alle figure
"ingegnose" subentrano quelle "patetiche", al rapporto intellettualistico
tra l’"ingegno" dell’autore e quello del lettore la corrispondenza
tra i rispettivi "affetti". Sulla scorta della retorica cristiana
delineata da Agostino, il Maggi ristabilisce il nesso tra
sapientia ed eloquentia e mira alla ri-conversione
del proprio lettore.
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