PIERANTONIO
FRARE, Una struttura in movimento: sulla forma artistica
dei Promessi Sposi, "The Italianist", 16 (1996), pp. 62-75.
SOMMARIO
- I Promessi Sposi sono costruiti su una struttura dualistica
e oppositiva che si manifesta sia a livello sintattico, sia
a livello narratologico, sia a livello semantico, e che è
ovviamente omologa all'isotopia etica fondamentale del romanzo,
cioè l'opposizione bene/male. Si tratta, tuttavia,
di una opposizione non statica ma dinamica, nel senso che
ogni volta il narratore introduce una dissimmetria che produce
movimento: tipico il caso dell'Innominato, che con la sua
conversione passa dal settore dei personaggi "negativi" a
quello dei personaggi "positivi", squilibrando la simmetria
di partenza.
Questo atteggiamento, che è indicato dallo stesso narratore
nell'Introduzione, in cui sintetizza il proprio metodo
nella ricerca "di quelle risposte, che non dico risolvon le
questioni, ma le mutano", si propaga per tutto il romanzo,
concretizzandosi con particolare evidenza nella conclusione,
che in realtà non conclude; come mai conclusa è la lotta tra
il bene e il male, che, pur avendo come soluzione escatologica
la vittoria del bene, non garantisce perciò stesso, nemmeno
nelle vittorie parziali che pure quest'ultimo fa registrare,
un riposo contento di sé.